Dal 1 ottobre, le aziende che operano nelle regioni del Mezzogiorno verseranno meno contributi per tutti i loro dipendenti o se vorranno assumerne di nuovi. Entra infatti in vigore la così detta “Fiscalità di vantaggio” che riduce il carico contributivo del 30% per tutti i lavoratori, fino al 31 dicembre.

Il Governo è impegnato in un dialogo con la Commissione Europea per estendere la misura fino al 2029.

Nel Sud, infatti, la crisi da Coronavirus si abbatte su un sistema produttivo che ancora non ha recuperato quanto perso durante la Grande Recessione, aggravando la carenza strutturale di opportunità di lavoro e gli ampi divari con il resto del Paese e dell’Europa.

Per supportare, in tempi rapidi, la domanda di lavoro nelle regioni meridionali è stato dunque necessario un taglio del costo lavoro, che non passi attraverso un calo delle retribuzioni dei lavoratori, già compromesse da un decennio di stagnazione salariale.

Il taglio dei contributi a carico dei datori di lavoro inserito nel “D.L. Agosto” sosterrà al Sud la domanda di lavoro delle imprese, senza erodere il potere d’acquisto delle famiglie e le prospettive reddituali dei più giovani.

La fiscalità di vantaggio per il lavoro, oltre all’effetto diretto di rilancio della domanda di lavoro e di incremento della competitività del Mezzogiorno, consentirà altri due principali effetti indiretti: contrastare il lavoro nero favorendo l’emersione e intercettare il fenomeno del back-reshoring fornendo un rilevante vantaggio competitivo alle attività produttive che con la pandemia rivedono le proprie scelte localizzative, che in passato le avevano portate fuori dall’Italia.

La priorità al Sud resta il rilancio degli investimenti, per garantire i diritti di cittadinanza e infrastrutture degne del 2020, e per promuovere l’innovazione e la sostenibilità, come previsto nel Piano Sud 2030, una strategia che ora verrà fortemente rafforzata nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Fiscalità di vantaggio per il lavoro serve a moltiplicarne gli effetti in termini di ripresa occupazionale, perché il Sud ha bisogno di lavoro buono. E questo serve all’Italia intera.

Fonte completa: ministroperilsud.gov.it 

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