Un settore che in Campania coinvolge 4000 persone e più di 700 stabilimenti balneari: la CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato) chiama a rapporto tutte le imprese per raccogliere idee e proposte al fine di evitare di “bruciare gli investimenti soprattutto delle piccole aziende” come ha evidenziato nell’intervento introduttivo del convegno svoltosi a Napoli Giuseppe Oliviero, per CNA Campania. Al centro della discussione la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato non legittime, in relazione alla normativa europea sulla concorrenza, le proroghe automatiche delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, che scadranno il 31 dicembre 2023. L’intento dell’associazione degli artigiani è quello di costruire un percorso risolutivo a favore delle imprese, che sia raccolto dai rappresentanti del parlamento, tra cui Piero De Luca, che ha partecipato all’evento ascoltando le proposte. Vincenzo Santo, presidente dei balneari di CNA Campania, chiede “per tutti una riforma del settore che parta ” dal basso”, chi è danneggiato dalla sentenza del Consiglio di stato sono soprattutto le piccole imprese balneari e di ormeggio. Occorre riaffermare la divisione dei poteri, la politica si riappropri della propria funzione legislativa ed esecutiva, rispondendo ai bisogni di chi in questi anni ha investito, trovando una mediazione concreta tra quanto affermato dalla sentenza e il preesistente che non può essere cancellato. I Comuni conoscono i loro territori, si diano loro maggiori competenze anche per verificare l’applicazione della Bolkestein.” Continua il Coordinatore nazionale CNA Balneari Cristiano Tomei affermando “che occorre un mappatura delle concessioni. È fondamentale per capire che margine ci può essere nuove imprese. Intervenire sulla libera concorrenza non significa cancellare le imprese che già operano, ma verificare se ci siano i margini perché anche altri possano accedere al mercato. ”
Basta con la posticipazione dei problemi – ha affermato Piero De Luca – oggi abbiamo il dovere di risolverli. Si deve fare in maniera congiunta, si devono tutelare imprenditori, lavoratori, serve sicurezza giuridica al comparto. Bisogna intervenire per fornire un quadro normativo chiaro che consenta ai Comuni di operare”. De Luca aggiunge che è inutile la “rabbia interpretativa della sentenza ” e che bisogna trovare “una soluzione strutturale, un percorso, condiviso anche con le associazioni di categoria, che avvii procedure di evidenza pubblica che consentano il rinnovo delle concessioni esistenti”. Il deputato non parla di prelazione ma di “premialità per tutelare le aziende preesistenti e i livelli occupazionali con clausole sociali nelle procedure ad evidenza pubblica che ci saranno”.

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