Guai a confondere i termini disoccupato e inoccupato quando si cerca lavoro. In questa guida vedremo cosa significano e che vuol dire invece “inattivo”.

 

Disoccupato, inoccupato e inattivo non sono sinonimi. Sono concetti distinti tra loro e quindi è opportuno conoscerne il significato per non confondersi, soprattutto se si è alla ricerca di un lavoro.

Infatti i Centri per l’impiego e le aziende solitamente chiedono di indicare la propria posizione lavorativa – se disoccupato, inoccupato e inattivo – e bisogna riportare le informazioni corrette.

La parola “disoccupato” indica la situazione di chi al momento non ha lavoro ma è stato impiegato in passato; “inoccupato” si riferisce a chi non ha mai avuto un contratto di lavoro, mentre “inattivo” identifica chi non lavora e non sta nemmeno cercando occupazione.

Adesso che sai, a grandi linee, la differenza tra queste parole, è il momento di approfondire e capire cosa scrivere sul proprio Curriculum vitae.

Che vuol dire “disoccupato”

Essere disoccupati significa non avere al momento un lavoro retribuito. Questo significa che la persona disoccupata in passato ha avuto un contratto di lavoro, anche se per breve tempo.

La definizione di “disoccupato” viene data dal D.lgs 297 del 2002: chi è stato in passato titolare di un rapporto con regolare contratto di lavoro autonomo o subordinato ed è al momento privo di lavoro e immediatamente disponibile al nuovo impiego.

Il precedente contratto deve essere regolare e non contano i peridi di pratica o tirocinio.

La disoccupazione può essere volontaria, quando il dipendente decide di licenziarsi o involontaria quando il licenziamento dipende da dinamiche aziendali o dalla decisione del datore di lavoro.

È molto importante essere consapevoli del significato di “disoccupazione” anche perché questo status può dare diritto a diversi benefici, in primo luogo all’assegno di disoccupazione, ovvero la Naspi, l’indennità mensile per chi ha perso il lavoro.

Le soglie entro cui è possibile richiedere lo stato di disoccupazione sono quelle rientranti nella categoria di disoccupazione parziale che include coloro che possono lavorare restando a disposizione per un eventuale nuovo lavoro: questi non devono guadagnare più di 8.000 euro l’anno se svolgono un’attività con contratto subordinato e più di 4.800 euro se sono autonomi o collaboratori.

Che vuol dire “inoccupato”

Con il termine “inoccupato” ci si riferisce a coloro che non hanno mai svolto attività lavorativa in nessuna forma, autonoma o subordinata, e siano alla ricerca di un’occupazione e in particolare a coloro che abbiano effettuato l’iscrizione al Centro per l’Impiego da più di 12 mesi o da più di 6 mesi, se giovani.

In altre parole, l’inoccupazione è la situazione immediatamente antecedente alla disoccupazione.

L’inoccupato è colui che non ha mai lavorato (ad esempio i neo-laureati o i neo-diplomati) ed è alla ricerca della sua prima occupazione; a differenza del disoccupato, l’inoccupazione non dà diritto a particolari benefici economici.

Che vuol dire “inattivo”

Ora che abbiamo chiarito l’importante differenza tra disoccupati e inoccupati vediamo che cosa si intende per “inattivo”. Gli inattivi sono una categoria a sé rispetto a quelle che abbiamo già visto poiché non fanno parte della popolazione lavorativamente attiva e non sono alla ricerca di occupazione.

Per essere più precisi, si considerano inattive le persone che non hanno cercato lavoro che soddisfano queste condizioni (separatamente o insieme):

  • non hanno cercato lavoro nelle quattro settimana precedenti a quella presa come riferimento;
  • non sono intenzionate a cercare lavoro nelle due settimane successive a quella presa come riferimento.

Spesso si tende a far confusione tra numero di disoccupati e inattivi, cosa che alterna la percezione delle statistiche sull’occupazione nazionale. Non di rado si tende ad esultare per la «diminuzione della disoccupazione» ma in realtà si tratta dell’aumento degli inattivi, cioè di coloro che non sono nemmeno più interessati alla ricerca di un impiego, chi per negligenza, chi per rassegnazione.

 

Fonte: Money.it >> https://bit.ly/35c69lW

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